giovedì 1 marzo 2012

Referendum sulla caccia in Piemonte, si vota domenica 3 giugno


In Piemonte il 3 giugno ci sarà il referendum sulla caccia. Dopo 25 anni di battaglie legali, i cittadini sono chiamati alle urne. La consultazione è stata indetta dal governatore Roberto Cota, ottemperando alle prescrizioni del Tar che il 10 febbraio scorso aveva ordinato alla regione Piemonte di fissare la data entro 15 giorni dalla notifica della sentenza. Il Comitato promotore aveva raccolto 60 mila firme nel 1987.
Il referendum non chiede l’abolizione della caccia in Piemonte, piuttosto di introdurre una serie di regole più rigide. Innanzitutto la limitazione al numero delle specie cacciabili. Il quesito prevede che rimangano cacciabili solo quattro specie: lepre, fagiano, cinghiale e colino della Virginia. Quest’ultima, però, nel frattempo è stata inserita nell’elenco delle specie protette a livello comunitario. Resterebbero, quindi, solo tre specie cacciabili.
Per quanto riguarda le altre specie, si continua a prevedere la possibilità di intervenire con abbattimenti di controllo se l’eccessiva presenza di fauna selvatica dovesse comportare danni all’agricoltura.

Altre limitazioni il divieto di caccia nella giornata di domenica e su terreno coperto da neve.
I referendari chiedono anche di ridurre i privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie. Nelle ex riserve private di caccia si possono abbattere animali in numero molto maggiore rispetto al territorio libero e il referendum vuole abolire queste deroghe. Nelle ex riserve private di caccia si possono abbattere animali in numero molto maggiore rispetto al territorio libero, non dovendosi applicare i limiti di carniere per molte specie. Il referendum vuole abolire questo privilegio per chi può permettersi di andare a caccia in strutture private.